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valore della “natura” all’interno del calcolo del PIL è la nuova
proposta portata avanti dal WWF perchè se non iniziamo a
contabilizzare le risorse a nostra disposizione ci ritroveremo privi
della base stessa che garantisce la nostra esistenza.
molti il PIL non è un mezzo sufficiente per misurare l’economia di
una nazione, ma che sia piuttosto necessario inserire dei parametri
che misurino un reale benessere.
In tutto il mondo è attivo ormai da tempo un ampio dibattito su
questo tema per trovare nuovi indicatori di ricchezza e benessere di
una nazione, di una regione o di una comunità.
Ad esempio, il programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) ha
calcolato il costo annuale del degrado ambientale dovuto alle
attività umane che viene indicato intorno all’11% del PIL globale
nel 2008; la percentuale può lievitare fino al 18% del PIL
globale entro il 2050 se prosegue l’attuale trend di impoverimento
delle risorse.
Il WWF ricorda il suo impegno in tutto il mondo affinchè si dia
centralità al capitale naturale nelle politiche economiche: seguendo
l’esempio di altri paesi come la Gran Bretagna, si è fatto
portatore, ad esempio, della proposta (nel ddl del cosiddetto
collegato ambiente alla legge di stabilità, ora in discussione al
Parlamento) che istituisce ai massimi livelli un Comitato per
il Capitale Naturale con l’obiettivo di elaborare un
rapporto sullo stato di salute del capitale naturale italiano,
inserito nel processo di programmazione economica nazionale e quindi
con un valore importante nei processi di decision making.
Per trarre ‘profitto’ in termini di benessere dalle risorse
naturali, a partire dagli elementi fondamentali come acqua, energia e
cibo, occorre però preservarle, una capacità che è ancora ben
lontana dagli attuali modelli di sviluppo.