L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione e di allevamento che esclude sostanze di sintesi privilegiando la salute dei terreni e il benessere animale.
Oggi si sente parlare sempre più spesso di agricoltura biologica, filiera corta e pratiche agricole sostenibili, senza dimenticare che in Italia il consumo dei prodotti biologici è in costante aumento.
Agricoltura biologica: di cosa si tratta concretamente?
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Prima di addentrarci nei riferimenti normativi che regolano il mondo dell’agricoltura biologica, è bene soffermarsi sul significato di questo termine e sui suoi principi fondamentali.
Per Agricoltura Biologica si intendono tutte quelle forme di coltivazione ed allevamento che tendono a valorizzare e conservare i sistemi biologici produttivi, senza il ricorso a sostanze chimiche di sintesi – Agricoltura Biologica, Edagricole.
Il termine biologico deriva dal greco biologos, da bios (vita) e logos (parola, comprensione), quindi una parola che abbia come significato il rispetto della vita.
Infatti l’agricoltura biologica è un metodo di produzione che non utilizza sostanze chimiche di sintesi, conserva e migliora le caratteristiche del suolo, rispetta le forme di vita e gli organismi utili. In modo da salvaguardare la salute dell’ambiente, del consumatore e dell’agricoltore stesso.
Tra i padri ideali dell’agricoltura biologica si riconoscono l’austriaco Rudolf Steiner, Sir Albert Howard, che introdusse nel 1930 l’idea di un’agricoltura in contrasto alle tecniche agricole convenzionali, e Walter James, che coniò il termine organic farming, concependo la fattoria come un’entità viva.
L’Europa ha riassunto i principi contenuti nei disciplinari di queste pionieristiche organizzazioni per dare corpo al Regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio del 24 giugno 1991. Per la prima volta vengono stabilite regole e criteri di coltivazione. Da qui in poi sono riconosciuti come biologici solo i prodotti sottoposti a controlli degli organismi di controllo. Si tratta di enti privati accreditati presso i ministeri di ogni Paese membro con il compito di verificare che i produttori applichino effettivamente le direttive. Il biologico è quindi controllato dal seme al prodotto finale e presenta in etichetta il marchio europeo.
Concimazione e trattamenti in agricoltura biologica
Per la concimazione ed il trattamento della terra vengono usate sostanze di natura organica, mentre la lavorazione del terreno prevede un rivoltamento superficiale e la rotazione delle colture.
L’allevamento è strutturato per crescere animali con adeguati spazi a disposizione e una corretta alimentazione.
Anche gli eventuali processi di trasformazione devono rispondere a caratteristiche di rispetto della salute del consumatore e dell’operatore.
Oltre alla terra, l’agricoltura biologica riserva una grande attenzione anche al rispetto dell’aria e dell’acqua.
Quest’ultima – in particolare – non è soltanto un fattore determinante del ciclo agricolo, ma soprattutto una risorsa vitale, che deve essere gestita al meglio per continuare ad alimentare nel tempo la vita di piante e animali. I c
ontadini convertiti al bio infatti, gestiscono in modo scrupoloso ed efficiente l’acqua che hanno a disposizione.
Oltre a questi sistemi, gli agricoltori biologici usano fertilizzanti naturali e naturalmente escludono anche l’uso di OGM.
In caso di malattie, per la cura del terreno, gli agricoltori biologici usano sostanze vegetali, animali o minerali, ovvero: estratti di piante, insetti predatori di parassiti, farina di roccia o minerali naturali, che correggono chimicamente il terreno. Ricorrono all’uso di fitofarmaci solo nei casi previsti dai regolamenti europei.
Punto fermo dell’agricoltura biologica è anche la salvaguardia della biodiversità, ovvero la presenza e lo sviluppo di specie e varietà differenti di piante e animali sul territorio.
Tra i concetti fondamentali dell’agricoltura biologica va ricordata anche la stagionalità dei cibi; i contadini bio infatti si impegnano ad ottenere solo prodotti di stagione – anche perché le tecniche utilizzate in agricoltura biologica difficilmente consentirebbero a determinati prodotti di crescere e maturare fuori stagione.
Altro elemento base è la filiera corta, dove il raccolto viene messo sul mercato direttamente dal contadino o, in alternativa, dai rivenditori presenti nelle vicinanze dei luoghi di produzione. Nasce così l’espressione a KM0, con la quale si identificano tutti quegli alimenti che non subiscono grandi spostamenti dal momento della produzione e della raccolta a quello della vendita per garantisce la loro freschezza e un impatto minimo sull’ambiente.
Gli Organismi di Controllo dell’agricoltura biologica
In Italia il rispetto di tali norme tecniche di produzione viene controllato tramite ispezioni nelle aziende biologiche da appositi Organismi di Controllo riconosciuti e autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole. Sull’attività degli Organismi di Controllo vigilano la Regione e lo Stato.
In conclusione, gli agricoltori che intendono produrre secondo le norme dell’agricoltura biologica devono quindi obbligatoriamente sottoporsi al controllo degli Organismi di Controllo, i quali rilasciano – se tutte le norme vengono rispettate – la certificazione.