I ricercatori stimano che dagli anni ’50 siano stati prodotti più di 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Più della metà ritengono sia finita in discarica, scaricati nell’ambiente e bruciati illegalmente. Il grande problema è che l’utilizzo della plastica, per molti prodotti, non è necessario e si potrebbe facilmente sostituire con materiali meno inquinanti.
I materiali organici derivanti dalle pianti o animali sono ritenuti i migliori sostituiti; ma negli ultimi anni sono stati perfezionati anche metodi di lavorazione dei polimeri naturali come: lignina, cellulosa, pectina e la chitina.
Lignina
È un complesso polimero organico costituito da composti fenolici. Si trova nella parete cellulare di alcune cellule vegetali. Esistono diversi tipi di lignina a seconda delle piante da cui si forma.
Cellulosa
È uno dei più importanti polisaccaridi. È composto per la maggior parte da molecole di glucosio ed è contenuta principalmente nei vegetali.
Pectina
È il composto estratto dalla frutta. Le pectine formano dei colloidi gelatinosi nella parete cellulare della frutta.
Chitina
È uno dei principali componenti dell’esoscheletro degli insetti e di altri artropodi, della parete cellulare dei funghi, del perisarco degli idroidi ed è presente anche nella cuticola epidermica o in altre strutture superficiali di molti altri invertebrati. Questo materiale, dopo la cellulosa, è il biopolimero più presente in natura.
La plastica usata per moltissimi prodotti, uno dei quali le bottiglie, è una delle principali cause di inquinamento.
Uno degli obiettivi principali dei ricercatori è quello di individuare materiali naturali che possano sostituire la plastica. Oltre a quelli elencati, uno studente di Reykjavic (Islanda), ha scoperto, quasi per caso, un materiale che consente di realizzare bottiglie biodegradabili e addirittura commestibili.
L’idea di questo studente è costruire bottiglie con acqua e l’agar-agar, polisaccaride usato come gelificante naturale ricavato dalle alghe rosse. Unendo questi due materiali è risultato possibile creare un contenitore rigido e resistente. Questi due materiali formano una miscela dalla consistenza gelatinosa tuttavia poco lavorabile. Solamente il calore le consente di diventare più elastica e malleabile. Inserendola successivamente per qualche minuto nel congelatore consente di solidificarsi e utilizzarla per contenere l’acqua.